Il primo giro di boa tra governo e sindacati si è tenuto nell’ultima settimana di ottobre, sul terreno delle pensioni 2023. Un giro di ascolto in cui la ministra del Lavoro Marina Calderone ha sentito il parere e i primi interventi di 29 organizzazioni. In parallelo si riapre anche il cantiere per la più ampia riforma che seguirà le prime misure inserite in legge di bilancio 2023. Sarà una delle prime grandi sfide per il nuovo esecutivo, perché tra poco più di due mesi, senza nuove misure, si tornerà alla Legge Fornero secca: cioè 67 anni di età e 20 di contributi per tutti con la pensione di vecchiaia oppure in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per donne).
Il tema previdenziale era già da tempo sul tavolo delle trattative tra i sindacati all’ex governo Draghi. Ora però è tutto da rivedere e rimettere in discussione.
Sarà ora compito tavoli tematici, che verranno convocati nei prossimi giorni di novembre, affrontare i singoli capitoli pensionistici.
Al termine della prima riunione con le parti sociali, la ministra Calderone ha indicato grosso modo la direttrice che seguirà il governo: subito alcune misure per evitare il ritorno dal 1° gennaio della legge Fornero integrale. In parallelo ci sarà l’avvio di un percorso con sindacati e imprese, per arrivare a “una riforma di sistema complessiva” fondata su “forme di flessibilità che siano sostenibili”.
“È una fase in cui stiamo studiano gli strumenti”, ha spiegato la ministra. Certo è che lo spazio di manovra e i fondi da stanziare sono molto limitati. Una strada quasi sicura che si potrebbe percorrere senza impattare troppo potrebbe quindi prevedere la proroga di Opzione donna e di Ape sociale.Spuntano quindi alcune ipotesi di flessibilità, tra cui quota 41 (già discussa da tempo), proroga di opzione donna e ape social e opzione uomo. Con alcuni paletti.
Pensioni 2023: quota 41La prima ipotesi concreta per il superamento di quota 102 è l’introduzione di quota 41. Si tratta di una misura di uscita flessibile che consentirebbe di avere diritto alla pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Non importa dunque quanti anni ha il lavoratore. L’importante è che possa certificare un’anzianità contributiva di 41 anni.
Da sempre sponsorizzata dalla Lega, potrebbe avere dei costi eccessivi. Ecco si parla di legare comunque questa opzione a un’età anagrafica. Una scelta che farebbe risparmiare sui costi, ma che fa storcere comunque il naso ai leghisti. Non è quindi affatto certo che la versione salvadanaio andrà in porto. La Lega continuerà probabilmente a battere i pugni sulla versione senza limiti di età. Pensioni 2023: opzione uomoIn tema pensioni 2023 spunta anche una cosa del tutto nuova, speculare a opzione donna ma pensata per gli uomini che raggiungano determinati requisiti. Ribattezzata “opzione uomo” questa uscita anticipata consentirebbe ai lavoratori di andare in pensione con 35 anni di contributi maturati e un’età anagrafica ancora da definire. Si parla di 60, 61 o 62 anni di età.
Ricordiamo che per le donne questa opzione esiste già da tempo (e probabilmente resterà viva anche nel 2023). Nel loro caso però gli anni anagrafici richiesti sono 58 per le dipendenti e 59 per le autonome. Pensioni 2023: Ape socialeCerto è che, in un quadro di finanza pubblica che lascia poco spazio a grandi misure, potrebbe essere prorogata anche nel 2023 l’anticipo pensionistico concesso con l’Ape sociale: la possibilità di pensionarsi al raggiungimento dei 63 anni di età e 30 anni di contributi. Questa opzione non è aperta a tutti, ma solo ad alcune categorie di lavoratori e lavoratrici: disoccupati,invalidi con capacità lavorativa ridotta di almeno il 74%,caregiver da almeno 6 mesi di familiari disabili,dipendenti con attività lavorative gravose (inserite in uno specifico elenco di lavori gravosi):Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilateTecnici della saluteAddetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilateProfessioni qualificate nei servizi sanitari e socialiOperatori della cura esteticaProfessioni qualificate nei servizi personali ed assimilatiArtigiani, operai specializzati, agricoltoriConduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei mineraliOperatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalliConduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilatiConduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della cartaOperatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimicaConduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acqueConduttori di mulini e impastatriciConduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei mineraliOperai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggioOperatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentareConduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamentoPersonale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merciPersonale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoliPortantini e professioni assimilateProfessioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pescaProfessioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioniPensioni 2023: Opzione donnaAltra opportunità di uscita anticipata in odore di proroga (ma potrebbe anche essere resa strutturale) è opzione donna: la possibilità di fare domanda di pensione per donne lavoratrici che abbiano raggiunto i 35 anni di contributi maturati e che abbiamo compiuto:58 anni di età anagrafica (lavoratrici dipendenti),59 anni di età anagrafica (lavoratrici autonome). Pensioni 2023: uscita flessibile a 62 anni di etàIn ballo c’è anche l’opzione di uscire da lavoro con 62 anni e 35 anni di contributi e con delle penalità sulla quota di retribuzione ( riduzione massima dell’8%). se ci si pensiona sotto i 66 anni di età. Nel momento in cui si sceglie di andare in pensione al di sopra di questa soglia potrebbero scattare premi retributivi. Si tratta di una proposta elaborata da e presentarla Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro.
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