Il Disegno di legge di bilancio 2023 approvato in Consiglio dei ministri lunedì 21 novembre, prevede un meccanismo di tassazione agevolata per le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che registrano un incremento del reddito nel 2023 rispetto al triennio precedente. La misura, detta anche “flat tax incrementale”, consente ai contribuenti che non si avvalgono del regime forfettario, di utilizzare, in luogo delle aliquote Irpef per scaglioni di reddito (previste all’articolo 11 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi o TUIR), una percentuale sostitutiva della stessa Irpef e delle addizionali, pari al 15%.
La novità, contenuta all’articolo 13 della bozza di manovra (Titolo III “Misure fiscali”, Capo I “Riduzione della pressione fiscale”) opera limitatamente al periodo d’imposta 2023.
Analizziamo l’argomento in dettaglio.
Flat Tax incrementale 2023: a chi spetta
Possono accedere alla flat tax incrementale prevista nella bozza di manovra, i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfettario di cui all’articolo 1, commi 54 e successivi, della Legge 23 dicembre 2014 numero 190.
Da precisare che l’articolo 12 dello stesso Disegno di legge di bilancio innalza da 65 mila ad 85 mila euro il limite di ricavi o compensi di cui al comma 54, che costituisce uno dei requisiti di accesso e permanenza nel regime forfetario per i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni.
Flat Tax incrementale 2023: come funziona
Limitatamente all’anno 2023, la flat tax incrementale contempla l’applicazione di una tassazione agevolata al 15% sull’eccedenza del reddito d’impresa e / o di lavoro autonomo, rispetto al più elevato reddito d’impresa e / o di lavoro autonomo dichiarato negli anni 2020, 2021 e 2022.
La base imponibile su cui applicare l’aliquota al 15% non può comunque superare l’ammontare di 40 mila euro. L’eventuale eccedenza, rispetto a tale ultimo importo, è soggetta ad Irpef secondo i criteri ordinari. Viene inoltre disposta una franchigia pari al 5% dell’importo più elevato dichiarato nel triennio 2020 – 2022, che resta assoggettata all’Irpef ordinaria.
Vediamo di seguito alcuni esempi di calcolo.
Flat tax con differenza sotto la soglia di 40 mila euroDescrizioneImportoReddito 202380.000Reddito 202250.000Reddito 202170.000Reddito 202060.000Differenza tra reddito 2023 e reddito 2021 (il più elevato del triennio)80.000 – 70.000 = 10.000Applicazione franchigia 5% sul reddito più elevato3.500Base imponibile soggetta a flat tax al 15%10.000 – 3.500 = 6.500
Flat tax con differenza superiore alla soglia di 40 mila euroDescrizioneImportoReddito 2023130.000Reddito 202240.000Reddito 202145.000Reddito 202055.000Differenza tra reddito 2023 e reddito 2020 (il più elevato del triennio)130.000 – 55.000 = 75.000Applicazione franchigia 5% sul reddito più elevato3.750Base imponibile soggetta a flat tax al 15%40.000 (tetto massimo)Reddito soggetto alle aliquote ordinarie130.000 – 40.000 = 90.000
Flat Tax incrementale 2023: imposta sostitutiva
L’imposta sostitutiva prevista dall’articolo 13 della bozza di manovra, si caratterizza per avere un’aliquota del 15%. Nelle ipotesi in cui opera, l’imposta in questione sostituisce l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e le relative addizionali.
Il meccanismo dell’imposta sostitutiva è, per intenderci, lo stesso utilizzato per i premi di produttività, dove l’aliquota al 10% si applica in luogo di Irpef ed addizionali regionali e comunali.
Ricordiamo da ultimo che le aliquote ordinarie, previste dall’articolo 11 del Tuir, ammontano a:
23% per gli scaglioni di reddito fino a 15 mila euro;25% per i redditi oltre 15 mila e fino a 28 mila euro;35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;43% per i redditi oltre 50 mila euro.
Flat Tax incrementale: solo per il 2023
Stando al Disegno di legge di bilancio la flat tax incrementale è prevista per “il solo anno d’imposta 2023” (Relazione tecnica).
Peraltro, l’articolo 13 al comma 3 afferma che nella determinazione degli acconti Irpef ed addizionali per il periodo d’imposta 2024 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata non applicando la flat tax incrementale.
Flat Tax incrementale: deduzioni e detrazioni
L’articolo 13, comma 2, della bozza di manovra stabilisce espressamente che quando le disposizioni di legge fanno riferimento “per il riconoscimento della spettanza o per la determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria, al possesso di requisiti reddituali” si tiene comunque conto anche della quota di reddito assoggettata ad imposta sostitutiva al 15%.
Flat Tax incrementale 2023: coperture necessarie
Sulla base delle elaborazioni effettuate, sottolinea la Relazione tecnica, si stima una “variazione complessiva di gettito di competenza (Irpef, addizionali, imposta sostitutiva) pari a 803 milioni di euro”.
Inoltre, poiché la norma ha effetto sul solo reddito dichiarato per l’anno 2023 e prevede, al comma 3, la “sterilizzazione degli effetti sull’acconto Irpef da versare per il 2024, si stimano i seguenti effetti finanziari”, descritti in tabella (in milioni di euro):
2023202420252026Irpef0-1.193,9000Addizionale regionale0-63,7000Addizionale comunale0-31,57,30Imposta sostitutiva0478,7000Totale0-810,307,30
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