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    Laureati e lavoro: com’è il panorama italiano? Statistiche e stipendi medi

    Il dibattito sull’occupazione in Italia è da sempre molto acceso e combattuto, ma raramente si ha l’occasione di commentare dati statistici che fotografano la situazione attuale dei laureati nel nostro Paese. Ecco le statistiche su tasso d’occupazione e stipendi medi dei laureati.

    Un recente rapporto pubblicato da Almalaurea, il consorzio interuniversitario supportato anche dal Ministero dell’Università e della Ricerca, ha messo in evidenza i livelli occupazionali raggiunti da un campione ampio di laureati nell’anno accademico 2015.

    Lo scopo dell’indagine statistica è stato quello di comprendere, a cinque anni dal raggiungimento del titolo magistrale, quale fosse la situazione lavorativa, la retribuzione media raggiunta e l’attinenza dell’occupazione rispetto al titolo di studio. La statistica considera sia i corsi di laurea erogati presso università tradizionali, sia l’offerta degli atenei online, sempre più popolari negli ultimi anni.

    IndiceUna maggioranza di contratti a tempo indeterminato in aziende privateSbocchi lavorativi e salari: qual è la situazione?Buoni risultati, ma c’è ancora lavoro da fare

    Una maggioranza di contratti a tempo indeterminato in aziende private
    L’indagine, complessivamente, mostra una platea di ex studenti universitari abbastanza soddisfatta della propria realtà lavorativa. Su un campione di 77mila ex studenti, il 59,4% degli intervistati dichiara di avere un contratto a tempo indeterminato, il 16,8% è assunto con altro tipo di contratto, mentre il 15,5% si dichiara lavoratore autonomo. Il 75,3% lavora nel settore privato mentre solo il 26,1% ha trovato impiego nel settore pubblico (spesso con contratti a termine). Com’è prevedibile i laureati magistrali sono collocati prevalentemente nel settore dei servizi (72,7%) e solo il 25,9% nel settore industriale.

    Sbocchi lavorativi e salari: qual è la situazione?
    Alcune lauree sembrano essere più apprezzate nel mercato del lavoro rispetto ad altre. Basti pensare che – sempre secondo il rapporto prima menzionato – chi ha studiato nei settori politico-sociale e comunicativo lavora in ben 9 rami diversi; 8 rami per l’ambito economico; 7 rami per il settore ingegneristico industriale. Alla fine della classifica si trova invece l’ambito della formazione (2 rami) e l’ambito delle scienze motorie (3 rami). Tuttavia il rapporto non mette in diretta correlazione la polivalenza della laurea con la possibilità di trovare un impiego. Passando ai salari, invece, si osserva che il laureato medio guadagna circa 1.550 euro al mese, un valore molto alto, ma comunque in diminuzione rispetto alla rilevazione del 2012. A cinque anni dal conseguimento del titolo, inoltre, gli ex studenti guadagnano di più rispetto a un neolaureato. Ci sono da fare delle differenziazioni anche per quanto riguarda lo stipendio medio. Questo risulta tendenzialmente più alto (superiore a 1.700 euro mensili) per i settori elettronico, elettrotecnico, metalmeccanico, chimico, bancario, informatico, energetico. Più basso, invece, per servizi sociali, ricreativi, culturali, stampa, istruzione e ricerca.

    Buoni risultati, ma c’è ancora lavoro da fare
    La fotografia rilevata nel 2020, e quindi prima degli effetti della pandemia sulla società, sembra essere positiva. Naturalmente è importante ridurre i contratti poco stabili e tagliare il gap di retribuzione in alcuni settori fondamentali per la vita del Paese. Nonostante ciò il rapporto Almalaurea mostra come laurearsi in un ciclo completo di cinque anni sia la scelta migliore dal punto di vista economico e lavorativo. […]

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    Imposte sui redditi 2022: si paga entro il 30 novembre. Ecco come

    REDDITO IMPONIBILE(per scaglioni)2022 ALIQUOTA(per scaglioni))2022 IMPOSTA DOVUTA SUI REDDITI INTERMEDI COMPRESI NEGLI SCAGLIONI fino a euro 15.000,00 23% 23% sull’intero importo (= 3.450,00) da 15.001,00 fino a 28.000,00 euro 25% 3.450 euro + 25% sul reddito che supera i 15.000 euro fino a 28.000 euro da 28.001 fino a 50.000 euro 35% 6.700 euro + […]

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    Bonus lavoratori fragili 1000 euro: domande fino al 30 novembre

    C’è tempo fino al 30 novembre 2022 per richiedere il Bonus lavoratori fragili, l’indennità una tantum di 1000 euro in favore dei lavoratori che abbiano raggiunto il limite massimo indennizzabile di malattia e che si siano assentati per almeno un mese dal lavoro nel 2021. Per la misura, inserita all’interno della Legge di Bilancio 2022, sono stati stanziati 5 milioni di euro.
    Con il Messaggio numero 3106 dell’8 agosto 2022 l’Inps aveva fornito le istruzioni per presentare domanda, esclusivamente in modalità telematica attraverso i consueti canali. Il portale sarà attivo, come anticipato, fino al 30 novembre 2022.
    Vediamo nel dettaglio a chi è rivolto il bonus e come richiederlo.
    Lavoratori fragili: ancora senza tutela
    Bonus lavoratori fragili nella Legge di Bilancio 2022
    Il Bonus lavoratori fragili viene istituito al comma 969 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, la Legge di Bilancio 2022. Si legge nel comma in questione che: “Ai lavoratori dipendenti del settore privato aventi diritto all’assicurazione economica di malattia presso l’INPS, che siano stati destinatari durante l’anno 2021 del trattamento di cui all’articolo 26, comma 2, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, laddove la prestazione lavorativa non sia stata resa in modalità agile e qualora abbiano raggiunto il limite massimo indennizzabile di malattia, è riconosciuta un’indennità una tantum, pari a 1.000 euro, per l’anno 2022.”
    Bonus lavoratori fragili: requisiti
    Dall’articolo sopraccitato si possono evincere i punti salienti della misura, nonché i requisiti per richiederla. In particolare, occorrerà:

    essere un lavoratore dipendente del settore privato;
    essere in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità o in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita;
    essere stati destinatari nel 2021 della tutela riservata ai lavoratori fragili prevista dal Decreto “Cura Italia”;
    essere stati assenti dal servizio per almeno un mese nel 2021;
    aver raggiunto il limite massimo indennizzabile di malattia nel 2021;
    non aver reso nell’anno 2021 la prestazione lavorativa in modalità agile nei periodi per i quali sono stati presentati i certificati di malattia.

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    Bonus lavoratori fragili: importo
    Come anticipato, l’importo dell’indennità una tantum sarà di 1.000 euro. La norma specifica inoltre che il bonus in questione “non concorre alla formazione del reddito ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e non è riconosciuto per essa accredito di contribuzione figurativa“.
    Bonus lavoratori fragili: domanda
    Le domande potranno essere presentate esclusivamente in modalità telematica entro e non oltre il 30 novembre 2022. Sarà possibile fare domanda attraverso:

    portale web dell’Istituto, al seguente percorso: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Bonus lavoratori fragili – Indennità una tantum”, se si è in possesso di credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) di almeno II livello, della Carta di identità elettronica (CIE) o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
    tramite il Contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
    tramite gli Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti dagli stessi.

    Per accedere alla misura occorrerà dichiarare di essere in possesso di tutti i requisiti previsti dalla disciplina normativa vigente per richiedere la prestazione. Inoltre, nell’apposita sezione “dichiarazioni” andranno rese anche quelle relative alla posizione lavorativa prevalente nel 2021. Il pagamento del bonus verrà effettuato tramite accredito sull’IBAN indicato dal richiedente e intestato o cointestato allo stesso. Come anticipato, alla misura sono destinati 5 milioni di euro. Si legge nel testo della norma che “L’INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non sono adottati altri provvedimenti concessori.”
    Scarica il Messaggio numero 3106 in pdf […]

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